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Germi e batteri: nemici dei nostri figli?

  • Salute

Articolo pubblicato su: Benessere 4U

L’ambiente in cui i bambini trascorrono il loro tempo dovrebbe essere senza dubbio un luogo pulito, e l’attenzione all’igiene porta molti genitori ad osservare una serie di regole che proteggano il proprio figlio da malattie ed infezioni. In linea di principio non è scorretto adoperarsi per disinfettare il pavimento della propria casa e far sì che il bambino stia alla larga dalla sporcizia, ma l’attenzione a tali basilari norme igieniche genera spesso in un atteggiamento fobico nei confronti del mondo circostante, pieno di oggetti che il bambino “non deve toccare” e di “posti sporchi” in cui non si deve andare.

Imparando dai propri genitori che fuori della propria casa esiste il pericolo di entrare in contatto con qualcosa di nocivo, i bambini finiscono spesso per rifiutare di avvicinarsi a luoghi, cose o persone, manifestano ansia facendo domande che riguardano lo sporco e sono preoccupati di lavarsi le mani moltissime volte. Purtroppo quando accade questo dovremmo prendere atto che il messaggio che abbiamo inviato come genitori non solo non è corretto, ma è nocivo per la stessa salute di nostro figlio.

Anche se può apparire paradossale, il modo migliore per insegnare un atteggiamento adeguato nei confronti del contesto vitale e favorire l’edificazione di un sistema immunitario robusto sta nel tentare di non proteggere troppo i bambini, sfatando quel falso mito per cui sarebbe opportuno vivere in un ambiente sterile, debellando la presenza dei germi.

L’intestino di qualsiasi essere umano ospita milioni e milioni di batteri, che costituiscono la cosiddetta flora intestinale che aiuta il processo digestivo, produce nutrienti quali la vitamina K ed alcuni tipi di vitamina B, e giocano un ruolo importantissimo nel lavoro che svolge il sistema immunitario; persino  la nostra pelle è piena di batteri innocui che vi sono profondamente inseriti e che qualsiasi operazione di pulizia e disinfezione non riuscirebbe ad eliminare; tali germi costituiscono un’utile barriera contro altri batteri vaganti, e nocivi, che altrimenti potrebbero insediarsi nella nostra stessa pelle.

La necessità di proteggerci dalle malattie ha non solo portato alla scoperta di trattamenti fondamentali quali gli antibiotici e le vaccinazioni, grazie ai quali sono stati sconfitti flagelli quali il colera, la tubercolosi e la polio, ma anche alla conoscenza delle norme igieniche che occorrono per vivere in un contesto sano.

È altrettanto importante, però, comprendere che troppo spesso il processo di sanificazione degli ambienti in cui viviamo toglie qualcosa al nostro sistema immunitario, che ha bisogno di programmare il suo sviluppo iniziale.

Numerosi studi indicano infatti che alcuni microbi sono in grado di attivare quelle cellule che agiscono contro gli allergeni e stimolano la reazione dei batteri benefici; tali studi evidenziano inoltre che l’asma e le allergie colpiscono meno frequentemente quei bambini che:

  • hanno fratelli più grandi
  • trascorrono più tempo negli asili nido
  • nei primi anni di vita vivono a contatto con animali domestici o animali da fattoria
  • vivono in campagna o in luoghi in cui manca il processo di sanificazione moderna.

Sembra dunque che quegli organismi con cui neonati e bambini vengono in contatto nella vita quotidiana per sviluppare i sistemi immunitari non li faranno ammalare, e che i batteri che incontrano giocando con i fratelli più grandi, nelle scuole, negli ambienti rurali popolati di animali, terra e fango, pozzanghere e stagni, costituiscano elementi in gran parte innocui.

Sono invece proprio le centinaia di prodotti antibatterici che invadono il mercato, come il gel per le mani, a creare un problema: tali prodotti non solo eliminano i “buoni germi”, ma incoraggiano la resistenza batterica agli stessi prodotti usati per la sanificazione, come anche agli antibiotici. Alcuni ricercatori, ad esempio, scoprirono che il triclosan, ingrediente attivo presente in saponi, dentifrici e detergenti intimi, soprattutto quelli testati dalle cliniche pediatriche e destinati anche ai più piccoli, ha una struttura molecolare simile a quella della diossina; da tempo questa sostanza è sotto accusa perché considerata un interferente endocrino potenzialmente rischioso per la salute: funziona più come antibiotico che come disinfettante e, a fronte di un uso prolungato, può sviluppare fenomeni di resistenza agli antibiotici stessi.  Inoltre tale sostanza permane per giorni o settimane su superfici come vasche e tavoli da cucina, dando ai batteri molto più tempo per sviluppare robustezza.

Cosa possiamo fare per far sì che il sistema immunitario dei nostri bambini si sviluppi in maniera adeguata?

  • Se nostro figlio non frequenta l’asilo nido, è bene che venga in contatto con altri bambini e che giochi insieme a loro. Non è saggio, invece, esporlo di proposito alle persone che sono malate, poiché portatrici di quei germi di cui non ha bisogno
  • Se si possiede un animale domestico, è opportuno non relegarlo in giardino, può trascorrere del tempo nella stanza del nostro bambino. Qualora egli abbia già sviluppato un’allergia agli animali, è necessario invece evitare che nostro figlio venga esposto all’allergene e sarà quindi idoneo che l’animale viva in un altro ambiente
  • È adeguato utilizzare detergenti collaudati, come gli antibatterici di vecchia generazione quali la candeggina, l’alcol o il perossido di idrogeno; è inoltre essenziale aprire le finestre per arieggiare l’ambiente
  • È assai saggio non incoraggiare la germofobia: i genitori che disinfettano continuamente i giochi e intimano ai loro bambini di stare lontano da fango, terra e sporco potrebbero indurre i figli ad aver paura del mondo circostante. I bambini hanno bisogno di esplorare l’ambiente in cui vivono e la loro libertà di toccare le cose andrebbe preservata; arriverà il momento in cui i genitori potranno incoraggiarli a lavarsi le mani
  • Coloro che amano il giardinaggio, il campeggio, le gite al lago ed in campagna non dovrebbero esitare ad organizzare giornate all’aperto con i più piccoli, ricordando che i batteri buoni si trovano nel suolo e nei corsi d’acqua naturali.

Permettere ai nostri figli di giocare all’aperto, oltre che potenziare un sistema immunitario in evoluzione, consente loro di fruire di moltissimi altri vantaggi:

  • il sole rifornisce l’organismo della vitamina D, che migliora lo stato d’animo, i livelli di energia e la memoria
  • fare attività fisica andando in bicicletta, giocando con la terra o costruendo un pupazzo di neve permette ai bambini di sperimentare il movimento e conoscere le capacità del proprio corpo, distogliendosi dai videogiochi che li inducono alla sedentarietà.

Proprio l’era tecnologica in cui viviamo fa spesso sì che i nostri figli preferiscano guardare la televisione, ed usare computer e tablet; il mondo viene così consumato attraverso una realtà virtuale che è molto diversa dalla vita reale. Il gioco all’aria aperta insieme ai compagni aiuta invece i ragazzi ad uscire dall’isolamento, nonché a stimolarne l’immaginazione e la capacità di problem solving; infine, confrontandosi e scontrandosi con gli altri potranno imparare il rispetto delle regole ed il modo migliore per costruire rapporti fondati sulla lealtà e sul reciproco rispetto.

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